Fonte: Jacques Lacan, Il Seminario – Libro XI – I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi 1964, Enaudi, Torino, 2003, p. 45-51.
Là dove era, là aú c’était, l’Ich – il soggetto, non la psicologia – il soggetto deve avvenire. E per sapere che ci si è, c’è un solo metodo, quello di reperire la rete. E una rete come si reperisce, se non nel fatto che le cose ritornano, rivengono, si incrociano e si intersecano sempre nello stesso modo? Non c’è nel settimo capitolo dell’Interpretazione dei sogni altra conferma alla sua Gewiβsheit che questa – Parlate pure di caso, signori, se vi sta bene, ma io, nella mia esperienza non constato lì nessun arbitrario, giacché le cose si intersecano in modo tale da sfuggire al caso.
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Ebbene, se ci limitiamo alla lettera a Fliess, i Wahrnehmungszeichen, le tracce della percezione, come funzionano? Freud deduce dalla sua esperienza la necessità di separare assolutamente percezione e coscienza – perché qualcosa passi nella memoria è necessario in primo luogo che sia cancellato nella percezione e viceversa. Egli ci indica, allora, un tempo in cui i Wahrnehmungszeichen, le tracce della percezione, devono essere costituiti nella simultaneità. Di che altro si tratta, se non della sincronia significante? E, naturalmente, Freud lo dice tanto piu che non sa di dirlo cinquant’anni prima dei linguisti. Ma noi possiamo dare subito a queste tracce, i Wahrnehmungszeichen il loro vero nome – significanti. E la nostra lettura è resa ancora più sicura dal fatto che Freud, quando ritorna su questo luogo nella Traumdeutung, ne designa ancora altri strati, in cui le tracce si costituiscono questa volta per analogia. Possiamo ritrovare qui quelle funzioni di contrasto e di similitudine che sono così essenziali nella costituzione della metafora, che si introduce, invece, con una diacronia. Non insisto perché oggi devo andare avanti. Diciamo solo che nelle articolazioni di Freud troviamo l’indicazione, senza ambiguità, che non si tratta solo, in questa sincronia, di una rete formata da associazioni di caso e di contiguità. I significanti hanno potuto costituirsi nella simultaneità solo grazie a una struttura ben definita della diacronia costituente. La diacronia è orientata dalla struttura. Freud indica chiaramente che, per noi, a livello dell’ultimo strato dell’inconscio, laddove funziona il diaframma, laddove si stabiliscono le prerelazioni tra il processo primario e ciò che ne sarà utilizzato a livello del preconscio, non ci possono essere miracoli. Questo, egli dice, deve aver rapporto con la causalità.
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Quello che articolerò la prossima volta si mostrerà come appropriarci, a questo proposito, dei mirabili quarto e quinto capitolo della Fisica di Aristotele. Egli fa ruotare e manipola due termini del tutto resistenti alla sua teoria, peraltro, la più elaborata che sia mai stata concepita sulal funzione della causa – due termini che sono tradotti in modo improprio con il caso e la fortuna. Si tratteraà, dunque, di rivedere il rapporto che Aristotele stabilisce tra αὐτόματον – che sappiamo, al punto in cui siamo con la matematica moderna, che si tratta della rete dei significanti – e ciò che egli designa come τύχη – che è per noi, l’incontro con il reale.