Fonte: Jacques Lacan, Il Seminario – Libro XI – I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi 1964, Enaudi, Torino, 2003, p. 23.
[…] ogni volta che parliamo di causa, c’è sempre qualcosa di anticoncettuale, di indefinito. Le fasi della luna sono la causa delle maree – è un esempio vivo, sappiamo che qui la parola causa è usata bene. Oppure, i miasmi sono la causa della febbre – anche questo non significa niente, c’è un buco, e qualcosa che viene a oscillare nell’intervallo. In breve, c’è causa solo di ciò che zoppica.
Ebbene! l’inconscio freudiano si situa in questo punto, punto che cerco di farvi cogliere per approssimazione, punto in cui, tra la causa e ciò che essa colpisce, c’è sempre qualcosa che zoppica. L’importante non è che l’inconscio determini la nevrosi a questo proposito Freud fa volentieri il gesto di Pilato di lavarsene le mani. Un giorno o l’altro, si troverà forse qualcosa, dei determinanti umorali o poco importa – tutto questo gli è indifferente. Perché l’inconscio ci mostra la faglia attraverso cui la nevrosi si raccorda con un reale – reale che, quanto a lui, può benissimo non essere determinato.