Inibizione, sintomo e angoscia (1925): parte 1

1 (1925, 10:237-40)

L’inibizione non indica per forza qualcosa di patologico. Il sintomo si riferisce praticamente al segno che indica un processo patologico. La sfera sessuale può essere colpita da diversi disturbi che possono essere identificati come inibizioni. I disturbi della funzione sessuale si manifestano con diverse modalità: il semplice distogliersi della libido, l’errata realizzazione dell’atto sessuale, difficoltà maggiori della funzione sessuale per condizioni particolari, il modificarsi di questa dovuta alla sua deviazione verso altre mete, difendersi dalla sessualità attraverso delle misure di sicurezza, l’interruzione del rapporto sessuale con sviluppo di angoscia, una reazione successiva che tenta di cancellare l’accaduto nel caso in cui la funzione sia stata portata a compimento. L’inibizione comporta una diminuzione di una funzione dell’Io. Nelle inibizioni specifiche, l’Io sacrifica alcune funzioni o azioni per evitare il conflitto con l’Es o con il Super-io. Le inibizioni più generali sono legate a un diminuzione dell’energia presente nell’Io. Le inibizioni sono delle limitazioni delle funzioni dell’Io prodotte da un eccesso di prudenza o per  l’impoverimenti di energia.

2 (10:241-46)

Il sintomo è segnale di un soddisfacimento pulsionale non portato a termine, del quale, il sintomo, diventa sostituto, facente funzione, luogotenente. Il sintomo è il frutto del processo di rimozione. La rimozione giunge dall’Io che vuole evitare un investimento pulsionale che si origina dall’Es. Attraverso la rimozione l’Io riesce a far sì che la rappresentazione legata all’impulso inaccettabile e sgradito sia trattenuta distante dalla coscienza. Nell’Io risiede l’angoscia. L’Io quando contrasta un moto pulsionale nell’Es, con un segnale di dispiacere, realizza il suo obiettivo grazie al principio del piacere che è, dice Freud, un’istanza quasi onnipotente. L’Io produce questo effetto grazie alle sue relazioni profonde con il sistema percettivo che è a sua volta collegato alla coscienza. Contro la minaccia interna l’Io impiega lo stesso stile difensivo usato contro quella esterna. Controlla l’accesso alla coscienza e il passaggio all’azione. Nella rimozione l’Io esercita la sua forza in due direzioni: mostra il suo potere sul moto pulsionale e allo stesso tempo sulla rappresentanza psichica di tale impulso. Le rimozioni che emergono durante il trattamento sono in realtà per la maggior parte post-rimozioni. Il sintomo nasce a partire dal processo pulsionale sbarrato dalla rimozione. Il moto pulsionale trova un sostituto trasformato. L’Io può avere un potere sull’Es, ma può anche dipendere da esso. Lo stesso dicasi per l’Io verso il Super-io. Freud è contrario ad una presunta “concezione del mondo” psicoanalitica: esaltazione dell’irrazionale rispetto al razionale, dell’Es rispetto all’Io. Ogni costrutto della psicoanalisi è sempre aperto a rettifiche.

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Cfr. S. Freud, Inibizione, sintomo e angoscia e altri scritti 1924-1924, Opere di S. Freud, Vol. 10, Torino, Bollati Boringhieri, 2000.