Minuta H (1895, 2:36-41)
In ambito psichiatrico i deliri sono accostati alle ossessioni, ovvero sono considerati come disturbi meramente intellettuali. La paranoia, invece, è accostata alla follia ossessiva come psicosi intellettuale. La paranoia cronica rappresenta una modalità patologica di difesa come l’isteria, la nevrosi ossessiva e gli stati di confusione allucinatoria. La paranoia emerge a causa di avvenimenti intollerabili ma sempre a partire da una specifica disposizione psichica. Lo stato paranoico serve ad allontanare una rappresentazione incompatibile con l’Io, attraverso la proiezione del suo contenuto verso l’esterno. La trasposizione si realizza attraverso un cattivo uso di un meccanismo psichico di per sé sano: il meccanismo della trasposizione o della proiezione, cioè, la paranoia si costruisce a partire da un uso errato del meccanismo della proiezione a scopo di difesa. Qualcosa di simile lo abbiamo con le ossessioni. Freud evidenzia inoltre che anche il meccanismo della sostituzione è un meccanismo sano che però viene mal adoperato nelle rappresentazioni ossessive, anche in questo caso a scopo di difesa. L’idea delirante è trattenuta con la stessa forza con la quale si respinge verso l’Io l’idea inaccettabile e dolorosa. Chi soffre di idee deliranti generalmente ama il proprio delirio come sé stessi. L’idea delirante può essere o una copia dell’immagine respinta o il suo opposto.
Minuta K: Le nevrosi da difesa (Favola di Natale) (1895, 2:49-57)
Quattro sono i tipi di nevrosi da difesa e molte le forme che può assumere. Freud confronta tre stati affettivi differenti: nevrosi ossessiva, isteria e una forma di paranoia, che hanno diversi aspetti in comune. Sono aberrazioni patologiche di stati affettivi psichici normali di conflitto (è il caso dell’isteria), di autoaccusa (è il caso della nevrosi ossessiva), di mortificazione (parliamo in questo caso di paranoia) e di lutto ( è il caso dell’amenza allucinatoria acuta). L’ereditarietà facilita e incrementa l’effetto patologico, cioè è discriminante per definire la possibile gravità. Vi è una fisiologica e sana tendenza alla difesa, tendenza che diventa patologica se è diretta verso rappresentazioni in grado, come lo sono i ricordi, di rendere libero un nuovo dispiacere, come accade con le rappresentazioni sessuali. Il percorso che la nevrosi da difesa in generale segue è sempre lo stesso: a) c’è un’esperienza sessuale, prematura, traumatica che deve essere rimossa; b) c’è la rimozione dell’esperienza in un momento successivo, che ne riaccende il ricordo, e al contempo la formazione di un sintomo primario; c) c’è poi una fase di difesa simile ad uno stato di salute, eccezion fatta per la presenza del sintomo primario; d) e per finire, abbiamo una fase in cui le rappresentazioni rimosse ritornano, e nel mentre si realizza la lotta tra queste e l’Io si formano dei sintomi nuovi, quelli che daranno luogo alla vera malattia, ovvero una fase di adattamento, di sopraffazione o guarigione che porta in sé un difetto. Nel caso della nevrosi ossessiva l’esperienza primaria si accompagna al piacere, nella paranoia invece si mostra come fosse di natura simile a quella delle nevrosi ossessive, cioè la rimozione si verifica dopo che il ricordo abbia reso libero il dispiacere. L’isteria, per finire, necessariamente implica un’esperienza primaria, cioè di natura passiva, di dispiacere.
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Cfr. S. Freud, Studi sull’isteria e altri scritti 1886-1895, Opere di S. Freud, Vol. 2, Torino, Bollati Boringhieri, 2003