Fonte: S. Freud, L’Io e l’Es e altri scritti 1917-1923, Opere di Sigmund Freud, Torino, Bollati Boringhieri, 2000, (rist. 2006) – Vol. 9: 491-520, 1922
[510-511] Così abbiamo affermato ripetutamente che l’Io si forma in gran parte mediante identificazioni, le quali prendono il posto di investimenti che l’Es ha abbandonato; che le prime di queste identificazioni si configurano invariabilmente come una particolare istanza che, all’interno dell’Io, si contrappone come Super-Io allo stesso Io; in seguito l’Io, che nel frattempo si è rafforzato, può resistere meglio posizione agli influssi che provengono da tale identificazioni. La particolare posizione del Super-Io nell’Io, o rispetto all’Io, è dovuta a un fattore che va considerato sotto due punti di vista: in primo luogo il Super-io è la prima identificazione che si è compiuta, e ciò mentre l’Io era ancora debole; in secondo luogo esso è l’erede del complesso edipico, e ha perciò introdotto nell’Io oggetti di importanza incomparabile.
In certo qual modo il Super-io sta alle successive alterazioni dell’Io come la primitiva fase sessuale dell’infanzia sta alla successiva vita sessuale dopo la pubertà. Benché rimanga accessibile a tutte le influenze successive, il Super-io serba per tutta la vita il carattere che gli è conferito dal fatto di trarre origine dal complesso paterno, serba cioè la capacità di opporsi all’Io e di dominarlo. Il Super-io sta a perpetua testimonianza della primitiva debolezza e dipendenza dell’Io, e mantiene il suo imperio anche sull’Io maturo. Come il bambino fu indotto costrittivamente a obbedire ai propri genitori, così l’Io è soggetto all’imperativo categorico del proprio Super-io.
Ma il fatto di provenire dai primi investimenti oggettuali dell’Es, e dunque dal complesso edipico, ha anche un altro significato per il Super-io. Come abbiamo veduto questa derivazione mette il Super-io in relazione con le acquisizione filogenetiche dell’Es, e ne fa la reincarnazione di anteriori configurazioni dell’Io le quali hanno lasciato i loro sedimenti nell’Es. in tal modo il Super-io resta permanentemente legato all’Es, e può presentarsi all’Io come rappresentante di quello. Esso è profondamente immerso nell’Es, ed è perciò più dell’Io lontano dalla coscienza.