Fonte: B. Spinoza, Etica e Trattato teologico-politico, UTET, Torino, 1988, pagg. 346, 376
Proposizione III
Un Affetto, che è una passione, cessa di essere passione non appena ce ne formiamo un’idea chiara e distinta.
dimostrazione
Un Affetto, che è una passione, è un’idea confusa (per la Def. Gen. degli Affetti). Se quindi ci formiamo di tale Affetto un’idea chiara e distinta, quest’idea non si distinguerà dall’Affetto stesso, in quanto si riferisce alla sola Mente, se non per la ragione (per la Prop. 21 della II parte con il suo Scolio); e perciò (per la Prop. 3 della III parte) l’Affetto cesserà di essere una passione. C.D.D.
[…]
scolio
Con ciò ho completato tutto quello che volevo mostrare intorno alla potenza della Mente sugli Affetti, e intorno alla Libertà della Mente. Dalle cose dette risulta quanto il saggio sia piú forte e piú capace dell’ignorante, che è mosso solo dalla libidine. Infatti l’ignorante, a parte il fatto che è sballottato in molti modi da cause esterne e non raggiunge mai una vera soddisfazione dell’animo, vive, inoltre, quasi inconsapevole di sé, di Dio e delle cose; e appena cessa di patire cessa anche di esistere. Al contrario il saggio, in quanto è considerato tale, difficilmente è turbato nell’animo, anzi, consapevole di sé, di Dio e delle cose, per una certa eterna necessità, non cessa mai di essere, e possiede sempre la vera serenità dell’animo. Anche se la via che ora ho mostrato condurre a questa meta sembra oltremodo ardua, si può tuttavia trovarla. E deve essere davvero arduo quello che si trova raramente. Infatti, come potrebbe accadere che la salvezza fosse trascurata quasi da tutti se fosse a portata di mano e la si potesse trovare senza grande fatica? Ma tutte le cose eccellenti sono tanto difficili quanto rare.