2.18 Ciò che ogni immagine, di qualunque forma, deve avere in comune con la realtà, per poterla affatto raffigurare – correttamente o falsamente – è la forma logica, cioè la forma della realtà.
2.181 Se la forma della raffigurazione è la forma logica, l’immagine si chiama immagine logica.
2.182 Ogni immagine è anche una immagine logica. (Al contrario, per esempio, non tutte le immagini sono spaziali).
2.19 L’immagine logica può raffigurare il mondo.
2.2 L’immagine ha in comune con il raffigurato la forma logica della raffigurazione.
2.201 L’immagine raffigura la realtà rappresentando una possibilità del sussistere e non sussistere di stati di cose.
2.202 L’immagine rappresenta una possibile situazione nello spazio logico.
2.203 L’immagine contiene la possibilità della situazione che essa rappresenta.
2.21 L’immagine concorda con la realtà o no; essa è corretta o scorretta, vera o falsa.
2.22 L’immagine rappresenta ciò che rappresenta, indipendentemente dalla propria verità o falsità, mediante la forma della raffigurazione.
2.221 Ciò che l’immagine rappresenta è il proprio senso.
2.222 Nella concordanza o discordanza del senso dell’immagine con la realtà consiste la verità o falsità dell’immagine.
2.223 Per riconoscere se l’immagine è vera o falsa dobbiamo confrontarla con la realtà.
2.224 Dall’immagine soltanto non può riconoscersi se essa è vera o falsa.
2.225 Un’immagine vera a priori non v’è.
Fonte: Ludwig Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus e Quaderni 1914-1916, Einaudi, Torino, 1979