…dal Primo Congresso Europeo di Psicoanalisi: PIPOL 5 Esiste la Salute mentale? Bruxelles. 03.07.11. Lectio Magistralis di Davide Tarizzo
Il popolo è un soggetto collettivo. La popolazione è composta invece dagli uomini che sono gestiti sul piano umanitario. La popolazione è un oggetto. Popolo e popolazione sono composti dagli stessi individui. Ora come soggetti ora coma oggetti. Come soggetti sovrani e come oggetti del controllo dello stato. Le regole dell’economia strutturano le stesse regole della matrice biopolitica. L’uomo è azione, è comportamento. Comportamenti, azioni puntuali che si susseguono, l’una all’altra, senza che nessuno padroneggi queste azioni. Sono comportamenti razionali, perché se questi comportamenti non fossero razionali non si potrebbero fare delle previsioni. L’uomo, oggetto dell’analisi economico, è un uomo comportamentale, uomo di azioni frammentato, sul quale è possibile applicare dei modelli matematici per ricercare delle regolarità comportamentali. È questa la desogettivazione operata dalla razionalità biopolitica. I modelli comportamentali non sentono, non percepiscono non colgono le singolarità di questi comportamenti. È l’uomo popolazionali.
Le valutazioni soggettive incidono, influiscono questi comportamenti e quindi la razionalità biopolitica viene adeguata con delle tecniche ad hoc per sopperire a questa mancanza. Sono delle tecniche per l’autovalutazione. È un’operazione di inclusione della residua componente soggettiva attraverso dei modelli tecnici. Ecco la tecnorazionalità della valutazione.
La valutazione è una protesi tecnica della biolitica e serve per trasformare l’uomo in un essere popolazionale. L’obiettivo finale è quello di creare l’uomo valutazionale.
Alcuni autori sostengono la possibilità di elaborare il benessere oggettivo delle persone. Andando oltre le valutazioni soggettive che le stesse persone danno. Questo insieme di autovalutazione è immesso in modelli matematici quantitativi. Così diventa il benessere della popolazione, dell’uomo popolazionale e non del singolo individuo. Questo è il risultato di un operazione tecnica integrata ad un modello teorico astratto.
Abbiamo una realtà umana che corre su due piani. Gli esseri soggettivi parlanti che danno una valutazione soggettiva. E gli esseri oggettivi che danno delle valutazione in quanto massa, come popolazione.
Il concetto di salute potremmo definirlo come benessere psichico, fisico e sociale. Anche il benessere psichico è misurabile ed è valutabile solo in termine comportamentali. La mente scompare dal panorama della saluta mentale. Diventa faccenda dell’uomo popolazionale-comportamentale-valutativo: diventa il soggetto fondamentale della valutazione.
Accanto alla matrice tecnicista-economica esiste un dispositivo della razionalità biopolitica: l’epidemiologia. È un dispositivo. È un concetto forgiato da Facoult. Il dispositivo è una trama di pratiche discorsive ed extra-discorsive. Esso traccia il detto e il non detto di un fare, il dispositivo è un sistema di relazione, la sua funzione abituale è quella di rispondere ad un’urgenza. Fauocoult: se il potere sovrano è all’insegna del “fa vivere e lascia morire”, l’epidemiologia è l’espressione di un potere che si prende cura degli uomini in vista di una tutela ed un accrescimento della loro salute, igiene. Il biopotere vuole far vivere, è il fare governamentale dell’amministrazione.
Il dispositivo epidemiologico permette di misurare, osservare e migliore lo stato di salute dove la malattia non è che un effetto di una lunga serie di fattori.
L’epidemiologia classica dell’800 è all’insegna del far vivere, ossia del non far morire. Nasce a seguito dell’epidemia del colera. A Londra, i tassi di morti aumentavano se l’acqua è fornita da una certa compagina, quindi arrivarono a formulare l’ipotesi che forse era l’acqua è la causa e non l’aria. È il primo modello epidemiologico della sanità. L’acqua è la causa dell’epidemia. Dall’indagine si procede con l’arresto della compagnia che forniva l’acqua.
La seconda metà del 900′, l’epidemiologia è improntata al far vivere meglio, l’esortazione è non più “non morire” ma “vivi!”. Questa lettura nasce con la correlazione tra il tasso di fumatori fumo con quelli che manifestano una certa malattia. Qui risulta difficile tradurre l’inferenza epidemiologica in una inferenza eziologica, resta solo l’inferenza epidemiologica della causa e non quella eziologica. L’epidemiologia si occupa in questo caso solo del rischio, non della causa del tumore ma dell’aumento del rischio. Ecco la società del rischio. Ogni cosa può aumentare il fattore di rischio, il rischio diventa qualcosa di attivo, seppure nascosto nella realtà. A questa attività del rischio si contrappone una contro-attività che tende a controllare la portata del rischio, a contenere e governare i rischio. Significa combattere ogni menomazione, non per forza mortale, non ha molta importanza chiederci in base a quali parametri (che sono sempre cangianti), perché il funzionamento generale è sempre lo stesso.
La tecnica della valutazione è anch’essa un dispositivo, è un fare governamentale. La valutazione epidemiolgoica è un calcolo del rischio, questa misura, questo calcolo, è una pratica, un governo del rischio. C’è sempre un governo del rischio.
L’università è un dispositivo, non c’è una università senza valutazione. La nostra è la società della valutazione. La tecnorazionalità della valutazione offre un supplemento di razionalità al governo biopolitico degli stati. Il governo deve tendere a soggettivare il più possibile i suoi interventi. Il governo deve ridurre la razionalità amministrativa a quella desoggetivizzante della biopolitica.
Si passa dalla vecchia nosologia dei comportamenti si alla ottimizzazione dei comportamenti. Un tempo il potere sovrano emanava leggi alle quali era necessario far seguire, laddove fossero trasgredite, la pena morte. Oggi le norme sono insegnate a scuola, attraverso l’educazione. Il nostro tempo aborre l’anormalità. Governare il rischio significa ottimizzare i nostri comportamenti. Ciò non significa normalizzare i nostri comportamenti ma aumentare la performantività del nostro comportamento. Un comportamento ottimizzato è flessibile, efficace… .
L’ordine ideologico. L’ideologia è un ordine, coincide con un certo ordinamento di uno spazio discorsivo. Esprime un certo ordine, come comando, un imperativo che risulta inseparabile da una costatazione di fatto. L’ideologico, l’ordine ideologico: è un costrutto di valenza che si avvale di una plusvalenza assiologica che lo transustanzia in un giudizio di valore. L’ideologia affiora nel campo del sapere. L’ideologia è un sapere trasformato in giudizio di valore.
La vita è un indicatore. La parola vita non ha un valore definito. Vita indica la comune appartenenza di un insieme di enunciati scientifici ad uno stesso campo discorsivo. Oltre la vita potremo pensare al lavoro o al linguaggio. Sono dei radicali metafisici. Anche la salute mentale è un radicale metafisico della psiche. Vivi! Tiene acceso la macchina della biopolitica…
Definire la salute mentale, significa prescrivere la salute mentale e ciò può avvenire solo attraverso l’incessante prescrizione, si può arrivare ad una governo della salute mentale. Vi è una continua ridefinizione della salute mentale. La salute mentale esiste solo se viene prescritta, come un prodotto…i farmaci non guariscono ma fabbricano la salute.