Il soggetto si colloca nel punto vuoto di disgiunzione di enunciato ed enunciazione. Nel momento in cui si opera questa disgiunzione. Perché sorge nell’io un luogo intimo su cui poggia l’enunciazione che, quindi, rispetto all’io è un Altro. È intimo al suo cuore, ma che non coincide con l’Io dell’enunciato. Io=Altro, si potrebbe dire. “Io mento” richiede una disgiunzione tra Io e ciò che l’Io dice. Richiede che dentro l’Io che, dice che “io mento”, ci sia un altro Io che dice questo. L’Io è un altro. Sorge nell’altro, nell’enunciazione stessa. È la struttura del linguaggio in cui il soggetto è preso, struttura oscillatoria che i paradossi evidenziano bene. Evanescenza del soggetto, il soggetto è tra S1 e S2. E’ il simbolico ciò che ci può offrire un appiglio solido. È sul versante della bedeutung e non del sinn (chi sono per te?). Il questo del “tu sei questo” deve essere un tratto che definisce la tua singolarità. Qualcosa che rimane identico sotto i vari cambiamenti. Che cosa può fungere da supporto di questa unicità. Stiamo cercando un tratto che sia unico. Un significante del quale si possa dire soltanto ciò che è comune con tutti gli altri significanti. Qualche cosa che è comune a tutti i significanti ma che lo differenzia da tutti glia altri. Qualcosa che è comune con gli altri significanti ma che lo definisce in quanto tale. Il suo supporto materiale: la lettera.