Le opinioni sono passegere, si costruiscono su delle illusioni piuttosto che sulla realtà. Le folle vogliono che le si illudi a dispetto di ogni dato di realtà. C’è una dimensione di pulsione di morte che si intravede in questo registro. Il capo: deve essere, per essere tale, caratterizzato non da un contenuto, non è importante quello che dice. Il capo deve essere il più semplice possibile, quello che deve avere è una forte volontà, è ciò che fa presa sulla massa. La forza del capo è spesso legata ad una sua forte convinzione. Per essere un vero capo, amato ed incluso nella struttura psichica della massa, è necessario che egli sia veramente così, condizione che consente di convincere realmente le masse. Bisogna che il capo sia un uomo d’azione. Non un uomo di pensiero e di ragionamento. Spesso è un individuo ipomanicale, eccitato, uno che sta’ ai bordi della normalità psichica. Il capo è qualcuno che ha un livello di disinibizione della maggior parte dei membri della massa. È il gioco della maniacalità e depressione che caratterizzano la Psicologia delle masse e analisi dell’io. Abbiamo una messa in lontananza dell’ideale dell’io che crea questa situazione. L’ideale comune è ciò che da’ origine alla civiltà, istituzione, cultura che costituiranno un popolo che distingue un popolo in preda delle proprie reazioni. Questo ideale comune è un omolgo dell’ideale dell’io. È quel gradino all’interno dell’io che al momento che si scava, l’individuo potrà dire “io”. Dove “io” non è l’io dell’enunciato e che sta’ sullo sfondo. È un “io” che non coincide con l’io della frase. Ma è l’io a partire dal quale il soggetto aspira ad essere. È l’Io che è. Nel senso che lo guida nel suo dire.