Lacan nel seminario VII inizia a parlare del reale attraverso il creazionismo del vaso: il vaso come effetto del vuoto e allo stesso tempo anche come generatore del vuoto. Come causa del vuoto, fa essere il vuoto ma è anche effetto del vuoto. Il creazionismo del significante. Nel seminario VII parla della pulsione di morte come sublimazione. La pulsione di morte per Lacan è creazione a partire dal vuoto, ex-nihilo. La pulsione di morte è ciò che fa il niente. La natura vuole fare tabula rasa di tutto ciò che esiste. Proprio come voleva Sade. La pulsione di morte è intesa come insistenza del significante nella catena. Fare il vuoto a partire da cui il significante entra nel mondo. Il crimine originario non va inteso nel senso di fare male ma nel senso di fare il vuoto, di fare il niente. La pulsione come distruzione è la pulsione come tale. Deve essere aldilà della tendenza all’inanimato, ancora di più di questo. La volontà di distruzione diretta è volontà di altra cosa. L’insistenza della catena significante è l’insistenza della pulsione di morte.
La pulsione di morte (capitolo 16) è una sublimazione creazionista. Ci sono diversi modi di avere a che fare con il reale. Il sintomo: rispetto alla pulsione, è la formazione reattiva. È una difesa rispetto al reale ella pulsione. La sublimazione non è una difesa dalla pulsione, seppur è un modo di fare con la pulsione, la sublimazione è una soddisfazione senza resti, la sublimazione è un prodotto della pulsione piuttosto che una difesa, esprime la pulsione, ci si soddisfa esattamente come se non fosse necessario perdere qualcosa.