Tempo 3 dell’Edipo.
Il Padre ce l’ha. È il tempo in cui il papà ce l’ha. Si compie l’identificazione con il padre che ce l’ha, proprio dove si compie la formazione dell’ideale dell’io. Il padre ascolta. Dice sì. Mostra di essere in grado di dare soddisfazione, in primo luogo alla madre. Se la relazione tra marito e la moglie ha una valenza, dietro questa relazione c’è un dono di qualcosa che l’altro desidera e che non ha. È il tempo del padre potente. Questo padre potente è quello verso cui il bambino può identificarsi. È il padre che ascolta, che dice sì. È il padre che può dare alla madre ciò che desidera e in questo modo il bambino può identificarsi, ha i titoli che gli servono per soddisfare a sua volta una donna. È per via di questa identificazione che può sentirsi in grado di utilizzarlo, per farne dono ad un’altra donna. Deve prima aver fatto l’esperienza di non poterlo avere. Di poterne essere mancante, di aver assunto la possibilità di essere mancante del pene. Dopo aver assunto questa possibilità, questa mancanza, il padre è in grado di alimentare la possibilità di un dono. Il padre può dare questo fallo alla madre, può farne un dono. Ciò è possibile perché lui stesso ha soggettivamente assunto la possibilità della castrazione. È possibile che sia possibile la castrazione. Questa è anche la base che consente la circolazione del fallo trai sessi. È il tempo dell’avere e non avere. Poterlo avere proprio perché è stata ammessa la possibilità di poterne essere privato. Puoi averlo proprio perché hai accettato la possibilità di non averlo, di esserne privato. Questo passaggio è nella sua sostanza un passaggio simbolico (c’è in quanto non c’è, è il simbolo) è il passaggio da un fallo immaginario al fallo simbolico che è caratterizzato dal suo essere presente-assente, c’è e non c’è. Il fallo passa da oggetto immaginario e diventa un più/meno. È questo quello che Lacan chiama la metafora paterna che conduce all’istituzione di qualcosa che è dell’rodine del significante e che è là, in riserva, e che si svilupperà più tardi. Attraverso questa identificazione il bambino acquisisce quei titoli a partire dai quali poi lui potrà a sua volta soddisfare un’altra donna.
Tutto è legato al fatto che il padre è un simbolo. La posizione del padre risponde ad una necessità dell’ordine simbolico. Se il padre, come noi lo riconosciamo, ha l’importanza che ha, è perché la paternità, il padre, è un simbolo. Se questo simbolo non c’è il gioco non potrà nemmeno cominciare. Se il padre non è istituito come simbolo, nessuno potrà intervenire nel secondo e nel terzo tempo. Ecco l’eredità filogenetica. Che il padre sia nominato padre, dipende dalle istituzioni. Prima che nasca la famiglia. Il signor papà è il supporto del simbolo padre che è istituzionalmente riconosciuto come tale.