È necessario che nell’entrata in analisi ci sia qualcosa che divida, che faccia segno di una divisione. Il vero sintomo, in realtà, soddisfa il soggetto. Condensa il godimento, non chiede niente a nessuno. Per far sì che il sintomo arrivi in analisi, è necessario che sia già in parte trasformato. Questa trasformazione si manifesta nel lamento e nella sofferenza nevrotica.
All’entrata in analisi è necessario ricercare sempre cosa ha messo in moto la trasformazione del sintomo. Quali cose hanno messo in difficoltà la strategia di chiusura che è propria del sintomo. Il sintomo in entrata di analisi è un sintomo già in perdita di godimento. Si tratta di reperire a cosa il sintomo adesso si rivolge. Il sintomo in perdita di godimento cerca di completarsi, cerca un S2.
S1 fissa un godimento. Ad un certo punto c’è una fuga, una perdita di godimento. A cosa altro si indirizza il sintomo? L’analisi va dal simbolico, il sintomo come messaggio da decifrare, verso il reale del godimento, contenuto nel cuore del sintomo (Sintomo –> Reale ). Questo è il deciframento. Parliamo in questo caso di identificazioni simboliche.
Nelle psicosi il lavoro si orienta verso un passaggio dal reale al simbolico. Si tratta di fabbricare un sintomo. È necessario “trattare” il reale con il simbolico. Si tratta di cercare un’altra posizione soggettiva. Lo psicotico, nell’analisi, cerca un Altro regolatore del godimento. A differenza della nevrosi, dove si ha una esaltazione del soggetto supposto sapere, nelle psicosi, il soggetto supposto sapere, dovrebbe tendere alla sua evanescenza.
Si tratta di lavorare intorno a questo reale per fabbricare un sintomo. Il trattamento è un lavoro di traduzione del godimento che si presenta come eccesso. Nel caso della nevrosi, si presenterebbe come mancanza. È necessario consentire allo psicotico una nominazione del godimento.
La psicoanalisi applicata alla psicosi è un lavoro di traduzione continua. Traduzione costante di quello che accade al soggetto. Per aiutare un’identità di godimento.