I “valori” del gruppo umano d’appartenenza, maturati nel microgruppo familiare, sono alla base del processo di umanizzazione del soggetto che avviene attraverso la costruzione di uno strumento sensibile alla rilevazione dell’adeguatezza (o inadeguatezza) del soggetto a tali “valori”. Questo dispositivo è riconducibile all’istanza dell’Ideale del’Io e del Super-Io. L’essere umano, attraverso l’acquisizione esplicita e soprattutto implicita dell’insieme di “regole”, riconoscendole e facendole proprie, si struttura in quanto individuo, evitando così di esser espulso dal proprio gruppo di appartenenza, familiare prima, sociale poi. Tutto il lavoro teorico (e clinico) di Freud, è percorso dalla chiara consapevolezza che, lo sviluppo della mente umana, si articola attraverso l’intreccio del bagaglio biologico, frutto della storia filogenetica, con le esperienze relazionali dell’individuo nel proprio gruppo umano di appartenenza.
Sulla scia dello sviluppo di una linea di ricerca che si arricchiva anche delle scienze cognitive ed etologiche, altri autori hanno apportato all’epistemologia psicoanalitica, una nuova prospettiva teorica: i sistemi motivazionali, che come è noto hanno la funzione in qualche modo di congiungere il “biologico” con il “mentale”. Il sistema motivazionale (agonistico), per esempio, è correlato all’entrata del soggetto nel mondo adulto: principio organizzatore tra la mente soggettiva ed il gruppo d’appartenenza. Tale sistema motivazionale è modulato da momenti istituzionali, quali ad esempio, i riti di passaggio tipici d’ogni cultura, mediante i quali, gli adulti, arruolano il giovane adolescente attraverso una competizione ritualizzata, che non giunge mai all’eliminazione dell’avversario, riuscendo invece a confermare, la sua funzione organizzatrice. La scuola, per esempio, rappresenta uno dei principali riti di passaggio, che assoldano il giovane adolescente nella nostra società, in cui la verifica delle competenze acquisite, è un forte attivatore del sistema agonistico e con esso delle relative costellazioni emozionali.
Tale attivazione non è dovuta esclusivamente alla maturazione del soggetto, ma è collegata anche al “timing sociale” costituito dalle “aspettative” che il gruppo sociale ha verso il gruppo degli adolescenti, soprattutto in riferimento all’istituzione scolastica che, come è noto, funge (anche se non solo) da dispositivo di valutazione delle abilità del giovane. Il profondo senso d’inadeguatezza, tipico dei gravi quadri psicopatologici adolescenziali, incrementa ulteriormente il disagio conseguente alla percezione della propria inidoneità rispetto alla vita relazionale e alle attese del gruppo: ecco una possibile chiave di lettura di quei quadri regressivi (tipici dei minori psicotici) che portano il soggetto a dipendere di nuovo e totalmente dalle figure genitoriali.