Per agire necessitiamo di punti di riferimento immobili, fissi, cioè delle “forme immobili”: questa sedia, questa penna, questa porta, questo tavolo. Per Bergson la realtà è in movimento, in continuo movimento. La percezione di una…
Il movimento si “vive”. La linea è il ricordo di quel movimento. (27/40)
Il primo passo che ci orienta verso la vita sociale è lo schema fondamentale che struttura il nostro modo di percepire: lo spazio omogeneo. Dall’interno all’esterno, a poco a poco, gli stati di coscienza si…
La finta immobilità (25/40)
Non vi è mai immobilità autentica, se con questo termine intendiamo “assenza di movimento”. Il movimento è la realtà stessa. Ciò che chiamiamo immobilità corrisponde in verità a ciò che si configura quando due treni…
Le abitudini linguistiche (24/40)
Gli oggetti sembrano prendersi qualcosa della nostra vita cosciente. Sono vissuti, proprio come sono vissuto ‘io’, sono invecchiati, proprio come sono invecchiato ‘io’. La mia vita esterna è sociale, ed ha un’utilità maggiore rispetto alla…
Omogeneo versus eterogeneo (23/40)
Continuamente ci illudiamo di far partecipare i nostri stati di coscienza alla esteriorità delle cose esterne. Noi solidifichiamo il nostro flusso di coscienza, poniamo delle distinzioni in esso, ed è in questo modo che riusciamo…
Rappresentazione simbolica della durata (22/40)
L’idea di una serie reversibile, o semplicemente di un certo ordine di successione nel tempo, comporta di per sé la rappresentazione dello spazio. Se immaginiamo una linea retta infinita e su di essa un punto…
L’errore delle neuroscienze (20/40)
Il concetto di “durata” evoca inevitabilmente quello di “corrente di pensiero” di William James che rimette l’accento, sulla differenza tra il vissuto (la reazione emozionale, il sentire un certo sconvolgimento omeostatico…) rispetto alle virtualizzazioni, ai…
La serialità numerica e la giustapposizione spaziale (18/40)
È inconfutabile che un numero superi un altro quando si trova dopo di esso nella serie naturale dei numeri. Per il fatto stesso che fra di essi vi è un rapporto contenente-contenitore, è possibile disporre…
Lo spazio geometrico del divenire (17/40)
Apparentemente sembra impossibile poter vivere senza “estensività” o “sentimento di volume”. Lo spazio funge da simbolo della fissità e della divisibilità all’infinito. Bergson insiste molto nel ricordarci che l’estensione concreta, cioè la diversità delle qualità…
Dall’immediato all’utile (16/40)
La pura intuizione intuisce una continuità indivisa, sostiene Bergson, ma noi la frazioniamo in elementi giustapposti che qui corrispondo a delle parole distinte, là a degli oggetti indipendenti: abbiamo così il passaggio dall’immediato all’utile. Sequenze…